Scoprire la Poesia Visiva: Un Viaggio Tra Arte e Parola

Emilio Isgrò cancellature

“La Poesia Visiva è un indirizzo artistico caratterizzato dalla preminenza dell’immagine sul testo tipografico, diretto all’ottenimento di composizioni in cui parole e immagini, segni e figure, si integrano senza soluzione di continuità sul piano semantico”.                               
(Dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, Le Monnier).

Tra i movimenti dell’arte contemporanea ora alla scoperta, c’è quello dell’Arte Povera. Molti di voi, come quasi tutti, penseranno che gli anni Sessanta siano solo Pop Art ed immagini molto colorate, ma si sbagliano: è un periodo molto prolifico per l’arte, si parla di Arte Concettuale (Kossuth, Le Witt, Kawara, Broothers), Fluxus (Maucinas, Yoko Ono, Chiari), Video Arte (Nam June Paik, Viola, Graham, Nauman, Acconci), Performance Art o Happening (Abramovic, Baldessarri, Kaprow, Nitsch).  

Mirella Bentivoglio, Ciclo, Collezione Alessandra Denza

Nel 1963 a Firenze un gruppo di artisti si uniscono con simili intenti fondando il “Gruppo 63” e poi “Gruppo 70”, creano quello che sarà il movimento dell’Arte Povera. Il Gruppo Internazionale di Poesia Visiva nascerà a Brescia nel 1972. Non solo semplici artisti o studenti, ma tutti laureati in filosofia, colti ed attenti al mondo per la maggior parte italiani e dell’Europa dell’Est. Con profonde  radici nella storia dell’arte moderna e contemporanea e nella società del loro tempo si evolve da avanguardie come Futurismo e Dadaismo con le loro “parole in libertà”. Come nel Futurismo le parole sono sciolte nell’opera e vengono dal carattere tipografico: ritagli di giornale o di pubblicità, macchina da scrivere per creare effetti grafici e figurativi, o la cancellatura delle parole già esistenti. Anche i collages hanno un posto di rilievo nelle evoluzioni di questo movimento, si uniscono immagini e scritte dai contesti più diversi,  si recuperano materiali già esistenti (giornali e riviste) come è stato per gli objets trouvés di Duchamp. La cancellatura è una forma eversiva che si fa strumento di comunicazione e di critica sociale. Il suo fine è ribaltare l’apparenza, mettere in dubbio le certezze del sistema mediatico e consumistico, abbattere l’unidirezionalità della lettura.

La Poesia Visiva è uno dei movimenti artistici più innovativi ed originali della seconda metà del Novecento, così si chiama perchè si avvale del formato della comunicazione di massa e della pubblicità trasformandolo in poesia. La sua ricerca si basa sulla commistione di parole sciolte ed immagini che non sono necessariamente connesse tra di loro, lo scopo sta nel disperdere l’atmosfera e il richiamo seduttivo delle immagini della società dei consumi. E’ la forma di poesia che si stacca dalla tradizione, dall’oralità e dai libri per unirsi all’arte e alla visualità. La poesia tradizionale è letta o raccontata, la Poesia Visiva viene guardata.

Il gruppo storico della Poesia Visiva è formato da Ketty La Rocca (1938-1976), Roberto Malquori, Lucia Marcucci (1933), Eugenio Miccini (1925-2007), Luciano Ori (1928-2007), Michele Perfetti (1931-2013) e Lamberto Pignotti (1926). Si uniscono poi Mirella Bentivoglio (1922), Emilio Isgrò (1937), Sarenco (1945-2017), Giuseppe Chiari (1926-2007), Franco Vaccari (1936), Ugo Carrega (1935-2014), Vincenzo Accame (1932-1999) e Adriano Spatola (1941-1988). Tra gli stranieri Ben Vautier (1935-2004), Jiří Kolář (1914-2002), Jiri Valoch, Paul de Vree (1909-1992), J.F. Bory. 

Sorgono diverse riviste come “Ana eccetera”, “Technè”, “Lotta Poetica” o “Linea Sud”, effettivamente sono gli anni della contestazione. Tra gli intenti ci sono il desiderio ti far vedere il mondo con occhi diversi, è come una guerra semiologica. Gli artisti indagano il significato della parola tramite anche i loro studi filosofici. Come la Pop Art, seppure con una posizione più marcatamente concettuale ed ideologica in opposizione al sistema, il movimento della Poesia Visiva si pose quindi in posizione critica nei confronti della massificazione culturale operata dai media, con l’intenzione di attivare nel pubblico la capacità di critica. 

Vigo, Collezione Alessandra Denza

Per lo più fiorentini, ma in contatto con le punte più avanzate della cultura internazionale, gli artisti della Poesia Visiva segnarono uno dei momenti di maggior vivacità della cultura fiorentina del secondo dopoguerra, in cui affondano le radici di molti linguaggi della contemporaneità. Fin dall’inizio, il gruppo di artisti, instaura un rapporto stretto con i mezzi di comunicazione di massa, ne assume i modelli e il linguaggio, ma ne stravolge il senso, denunciandone il ruolo negativo nel contesto sociale. 

La Poesia Visiva in Italia è stata riscoperta ora dopo qualche anno di “dimenticanza”. C’è un nuovo spirito di interesse per questa continuazione del Futurismo (a Milano sono nella mostra a Palazzo Reale con opere di Marcucci, Miccini, Pignotti). Molte le gallerie che si stanno occupando degli archivi dei vari artisti che sono venuti a mancare, molte sono le mostre che ospitano loro opere a fianco dei grandi maestri che sono stati loro contemporanei o loro ispirazione. In Italia sono diversi i collezionisti che si sono interessati di questo movimento dal suo sviluppo raccogliendo numerosissime opere con compravendite o dagli artisti direttamente. A Milano uno dei più celebri è Paolo Della Grazia che dopo l’esperienza del Mercato del Sale con Ugo Carrega e Vincenzo Accame ha cominciato la raccolta anche di materiale documentario e libri d’artista. Tutto quello che era in suo possesso è andato in donazione nel 2000 al MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e Trento) ingrossando le fila della già abbondante biblioteca a fruizione pubblica. A Brescia l’Archivio Tullia Denza dagli anni ’60 ha segnato il percorso  di molti artisti come Marcucci, Bentivoglio, Sarenco, De Vree, ed anche il percorso iniziale di grandi galleristi come Massimo Minini che già dal 1972 l’ha vista presente a tutte le mostre. L’archivio nazionale e internazionale è ora in deposito al Mart dal 2005. A Prato uno dei più noti collezionisti di Poesia Visiva è Carlo Palli che ha dato in deposito molte delle sue opere al Centro Pecci nel 2006. Più recente è la donazione degli eredi Boccaccini delle opere di Luciano Ori al Pecci. E’ tutt’ora molto attivo il contatto tra i collezionisti e gli artisti che si ritrovano puntualmente ai diversi eventi in giro per l’Italia. Comune denominatore di queste collezioni è la vicinanza del collezionista con gli artisti, come amici che sono cresciuti insieme, e soprattutto la voracità che ha contraddistinto tutti i collezionisti, spinti ad acquisire centinaia di opere.    

Emilio Isgrò, Cancellatura. Collezione Alessandra Denza

                   
Le mostre dedicate alla Poesia Visiva sono molte: a Montevarchi (AR) nel giugno 2009 Parole contro. Il tempo della Poesia Visiva. Poi Luciano Ori presso il Centro Pecci di Prato, giugno 2009 in occasione della donazione Boccaccini. Si tengono spesso personali di Emilio Isgrò con le sue cancellature mirate a sottolineare l’inutilità di alcune parole, anche nell’inno di Mameli, la Costituzione Italiana ed altri testi fondanti della nostra cultura. Tra dicembre 2007 e aprile 2008 si è tenuta al MART La parola nell’arte. Ricerche d’avanguardia. Dal Futurismo ad oggi con presenti più di 800 opere della collezione del Mart e dei vari collezionisti che hanno prestato le opere al museo.

Lascia un commento