Lucia Marcucci – Poesia e no

Giovedì 09 giugno 2023 inaugura la mostra dedicata a una delle maggiori esponenti italiane della Poesia Visiva Lucia Marcucci, in occasione del suo novantesimo compleanno. L’artista è parte dell’Archivio di Nuova Scrittura, collezione donata a Museion, al Mart in deposito dall’Archivio Tullia Denza e quella donata da Paolo della Grazia nel 2020.

Lucia Marcucci
Passione e miliardi
, 1966
Collage su carta, 55,5 x 40 cm
Collezione Museion, Archivio di Nuova Scrittura
Foto: Augustin Ochsenreiter
Lucia Marcucci, Passione e miliardi, 1966

Le opere di Marcucci parlano dell’Italia del secondo dopoguerra, caratterizzata dal boom economico, un riassetto sociale e politico, e, verso la fine degli anni Sessanta, anche da contestazioni studentesche e da movimenti femministi.

Espone, dal 1964 con il Gruppo ’70 insieme a Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, Antonio Bueno e in seguito Ketty La Rocca. Partecipa attivamente alle varie manifestazioni del gruppo e tra queste è fondamentale ricordare Poesie e no.

Cosciente della continua mutazione del linguaggio e della sua ambiguità, nel corso degli anni Sessanta, Marcucci realizza dei collage con parole e immagini prese dal mondo della comunicazione di massa per denunciare la condizione femminile nella società contemporanea e la mercificazione della sua immagine. Questa spinta ideologica la porta a comporre poesie visive provocatorie e dissacranti, cariche di ironia con messaggi spregiudicati. Risale agli inizi degli anni sessanta la creazione dei primi collages, pubblicati dalla casa editrice Sampietro di Bologna; il doppio codice verbo-visivo è utilizzato dalla Marcucci secondo una coesione tra parola ed immagine dal risultato provocatorio e dissacrante.

Quando, nel ’68, il Gruppo 70 si scioglie, partecipa alle attività di Tèchne e con Miccini e Ori al Gruppo Internazionale di Poesia Visiva o Gruppo dei Nove, costituitosi agli inizi degli anni Settanta e sostenuto dallo Studio Brescia. Nel 1972 la XXXVI Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.

Numerosi scritti teorici e poetici danno voce alle ricerche e sperimentazioni artistiche degli anni Sessanta e Settanta di Lucia Marcucci. Le opere in mostra ora al Museion provengono dal Mart, dalla collezione privata dell’artista, e soprattutto dall’Archivio di Nuova Scrittura parte della collezione museale.

Lucia Marcucci
Poesia, 1965
Pennarello su cartello stradale
Ø cm
Courtesy Andrea Sirello
Lucia Marcucci, Poesia, 1965

Il titolo della mostra, Poesie e no, deriva da una poesia-spettacolo di Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini presentata in una prima versione nel 1963 su invito di Lucia Marcucci, con la regia di Enrico Sirello, e che ebbe negli anni successivi diverse presentazioni.

Si collocano invece in una parentesi temporale più vicina ai giorni nostri, le opere di Marcucci esposte al Piccolo Museion–Cubo Garutti.

L’esposizione di Museion si completa con la mostra L’Offesapressoar/gekunst, Bozen/Bolzano, curata da Francesca Verga e Zasha Colah. Le due personali gravitano intorno all’esperienza che ha dato vita all’happening diPoesie e no. Il collage di segni visivi e linguistici che caratterizza questa serie di performance permette alle due istituzioni di sviluppare filoni complementari del lavoro di Marcucci.

Lucia Marcucci a Tullia Denza

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Thursday 09 June 2023 inaugurates the exhibition dedicated to one of the greatest Italian exponents of Visual Poetry Lucia Marcucci, on the occasion of her ninetieth birthday. The artist is part of the Archivio Nuova Scrittura, a collection donated to Museion, at the Mart in storage by the Archivio Tulliua Denza and donated by Paolo della Grazia in 2020.

Marcucci’s works speak of post-World War II Italy, characterized by an economic boom, a social and political rearrangement, and, towards the end of the 1960s, also by student protests and feminist movements.

He has exhibited since 1964 with the Gruppo ’70 together with Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, Antonio Bueno and later Ketty La Rocca. He actively participates in the various group events and among these it is essential to remember Poems and no.

Aware of the continuous mutation of language and its ambiguity, during the 1960s, Marcucci created collages with words and images taken from the world of mass communication to denounce the female condition in contemporary society and the commodification of her image. This ideological thrust leads her to compose provocative and irreverent visual poems, full of irony with unscrupulous messages. The creation of the first collages, published by the Sampietro publishing house in Bologna, dates back to the early sixties; the double verb-visual code is used by Marcucci according to a cohesion between word and image with a provocative and irreverent result.

When, in 1968, Gruppo 70 dissolved, he took part in the activities of Tèchne and with Miccini and Ori in the International Group of Visual Poetry or Gruppo dei Nove, established in the early 1970s and supported by Studio Brescia. In 1972 the XXXVI Venice Biennale International Art Exhibition.

Numerous theoretical and poetic writings give voice to Lucia Marcucci’s research and artistic experiments of the 1960s and 1970s. The works on display now at the Museion come from the Mart, from the artist’s private collection, and from the Archivio di Nuova Scrittura part of the museum collection.
The title of the exhibition, Poesie e no, derives from a poem-performance by Lamberto Pignotti and Eugenio Miccini presented in a first version in 1963 at the invitation of Lucia Marcucci, directed by Enrico Sirello, and which had several presentations in the following years.

On the other hand, the works by Marcucci on display at the Piccolo Museion–Cubo Garutti are placed in a time bracket closer to the present day.

Museion’s exhibition is completed by the exhibition L’Offesapressoar/gekunst, Bozen/Bolzano, curated by Francesca Verga and Zasha Colah. The two solo shows gravitate around the experience that gave birth to the happening of Poesie e no. The collage of visual and linguistic signs that characterizes this series of performances allows the two institutions to develop complementary strands of Marcucci’s work.

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