Andreas Angelidakis, architetto greco del 1968 che vive a NYC, ha inaugurato il 28 Aprile e fino al 12 giugno una nuova mostra a Palazzo Bentivoglio. POST_RUIN cioè delle rovine dentro le rovine del palazzo dopo la cacciata dei Bentivoglio signori di Bologna nel 1506.
Definito l’architetto che non costruisce perché preferisce realizzare opere con richiami a rovine e l’assenza dell’uomo. Un critico degli spazi, si tratta di un’opera che mette in discussione la monumentalità e la distanza di rispetto che siamo soliti riconoscere alle antichità. Come Angelidakis aveva già presentato all’ultima documenta 14 a Kassel nel 2017.

Al centro dell’esposizione è la grande installazione POST-RUIN Bentivoglio (2020), che attraversa le tre sale. L’opera rimanda al passato dell’edificio e fa parte di una serie in cui il concetto di rovina viene sovvertito rendendo l’opera utilizzabile a piacimento dal pubblico. L’installazione diventa una scultura per vivere lo spazio e osservare le altre opere. Nei tre ambienti espositivi sono infatti presentati dei video ambientali o proiettati su schermi; assieme a questi viene esposta una serie di piccole sculture realizzate tramite stampanti 3D e in grado di rendere reali le visioni architettoniche progettate al computer dall’artista. Nella prima sala, infine, il pubblico è accolto da due grandi wallpaper realizzati per l’occasione.
Templi greci, colonne spezzate, architravi muschiosi che richiamano alla memoria le incisioni di Francesco Piranesi, figure che sembrano percorrere la storia come dipinti senza tempo, senza un tempo. Elementi morbidi, enormi cuscini ricoperti da una superficie che imita il marmo, quadrati o a forma di volte, sembrano ridare uno spazio umano alla doppia vita di queste rovine. Tutti gli elementi possono essere spostati
Si compone infatti di elementi modulari attraverso i quali è possibile modificare gli spazi, assemblandoli per ricreare un’ipotetica rovina antica o dividendoli e sparpagliandoli così da ottenere sedute e punti di appoggio.
All’interno di questo progetto l’installazione diventa una scultura utilizzabile per vivere lo spazio e osservare le altre opere. Nei tre ambienti espositivi sono infatti presentati dei video sia ambientali, sia proiettati su schermi, in cui la visione dell’architettura e dello spazio abitato nel loro progresso storico ben esemplifica il lavoro di Angelidakis.

Bellissimi i suoi video e le carte da parati con rovine abbandonate, completamente assente la figura dell’uomo. Assente ma presente perchè passando davanti ai proiettori le nostre stesse ombre creano magiche comparse.
Video intervista a Andreas Angelidakis
Palazzo Bentivoglio via del Borgo S.Pietro 1 Bologna
Per info e orari info@palazzobentivoglio.org
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Andreas Angelidakis is a 1968 born Greek architect who lives in NYC, he inaugurated a new exhibition at Palazzo Bentivoglio on April 28 and until June 12. POST_RUIN that is of the ruins inside the ruins of the palace after the expulsion of the Bentivoglio lords of Bologna in 1506.
Defined as the architect who does not build because he prefers to create works with references to ruins and the absence of man. Some are like the works that Angelidakis had already presented at the last documenta 14 in Kassel in 2017.
At the center of the exhibition is the large POST-RUIN Bentivoglio installation (2020), which runs through the three rooms. The work refers to the building’s past and is part of a series in which the concept of ruin is subverted, making the work usable at will by the public. The installation becomes a sculpture to experience the space and observe the other works. In fact, in the three exhibition areas, environmental videos are presented or projected on screens; together with these, a series of small sculptures made using 3D printers and able to make real the architectural visions designed by the artist on the computer are exhibited. Finally, in the first room, the public is welcomed by two large wallpapers created for the occasion.
Greek temples, broken columns, mossy architraves that recall the engravings of Francesco Piranesi, figures that seem to travel through history like timeless, timeless paintings. Soft elements, huge cushions covered with a surface that imitates marble, square or in the shape of vaults, seem to give back a human space to the double life of these ruins.
His videos and wallpapers with abandoned ruins are beautiful, the figure of man is completely absent. Absent but present because passing in front of the projectors our own shadows create magical extras.
Video interview to Andreas Angelidakis

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